lunedì 10 febbraio 2014

Rfk Funeral Train





































[..] Quel giorno non dovevo lavorare, ma vivevo a Manhattan e decisi di passare in redazione. Gli uffici di Look erano su Madison Avenue, proprio alle spalle di St. Patrick, i colleghi erano tutti in silenzio, si respirava un'angoscia fortissima. Mi siedo. Bill Arthur, il direttore, mi vede e mi chiama nella sua stanza: "Paul vai a Penn Station, porteranno la bara di Kennedy a Washington. Sali su quel treno". Non aggiunse una parola, non disse cosa voleva, che tipo di foto, se aveva delle idee, nulla. Io non chiesi nulla, allora funzionava così, presi le pellicole, attraversai la strada e mi fermai per mezz'ora fuori dalla cattedrale. Poi camminai veloce fino alla stazione. Trovai subito il treno, era circondato dagli uomini del secret service. Era un convoglio speciale: non ho mai capito se fosse stato organizzato dal governo o dalla famiglia. Mostro il tesserino e salgo, un agente mi mostra un sedile dell'ottavo vagone e mi dice: "Siediti qui e non ti muovere. [..]

[..] Non sapevo cosa fare, pensavo che a Washington e poi al cimitero di Arlington avremmo trovato decine di colleghi e di telecamere ad aspettarci, avevo bisogno di un'idea subito. Ero pieno d'ansia ma mi bastò guardare fuori dal finestrino per capire: vidi la folla e tutto fu chiaro. Abbassai il finestrino, allora si poteva fare, e cominciai a scattare. Rimasi nella stessa posizione per otto ore a fotografare la gente accanto ai binari. Quella era la storia. [..]

[..] Era l'8 giugno 1968, un giorno caldissimo, un anticipo d'estate. Il viaggio durò più di otto ore attraverso cinque Stati: New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware e Maryland. Un milione di persone aspettavano lungo i binari. Il treno si muoveva lentissimo, si fermava spesso per dare la precedenza agli altri convogli, impiegammo quasi il triplo del tempo che si impiega normalmente. Ma era la velocità giusta per un funerale. Quel treno è stato il vero funerale, quello dell'America, è durato un'intera giornata, era fatto per il popolo. [..]

Ad occhi aperti /
Mario Calabresi intervista Paul Fusco

4 commenti:

  1. ...la ragazzina con il bikini fuxia...
    e domani mi vado a comprare il libro, grazie

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  2. e l'ultima!
    in ordine di altezza e distanziati quasi uguali

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  3. infatti l'ultima è quella di maggior effetto, Villana la mette per ultima e fu usata per la copertina di un libro di PF.
    andando però a cercare su immagini google ecco che le fotografie di Chernobyl mi aggrediscono delicate e pur rabbiose..
    quando finiremo?! basta con questi umani

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e le voci rompevano il silenzio e nelle pause si sentiva il mare