giovedì 8 novembre 2012
Indipendente, quotidiano
Quando un giornale si spegne è sempre una brutta notizia. A maggior ragione quando a spegnersi è una voce libera, indipendente. Una voce che a Pisa ha portato un nuovo punto di vista, contribuendo a rendere l'informazione locale più plurale.
Ma la brutta notizia si amplifica quando a rischio è un giornale che è un po' anche il tuo giornale. Un luogo di formazione, di lavoro e di confronto costante. Dove le gerarchie, cosa più rara che unica, sono una linea talmente sottile tanto che la tua parola è sempre ascoltata. Tanto dove puoi permetterti di mettere in discussione una decisione: una libertà che ti ha insegnato la responsabilità e soprattutto il rispetto per chi le decisioni le prende ogni giorno.
Sono passati poco più di 3 anni dal giorno in cui per la prima volta ho messo piede nella "nostra" redazione. Giovane, ma neanche troppo, sicuramente inesperta, ingenua e piena di illusioni e ideali. Poi le illusioni svaniscono, ma per fortuna non tutti gli ideali: lo scontro quotidiano con una realtà in cui l'accesso ai dati, alla fonte delle notizie appare come la scalata all'Everest ti risveglia e ti rende anche un po' più cinica.
E se ahimè il bilancio economico di quest'avventura sembra condannarci, resto fermamente convinta che quello dell'informazione prodotta e divulgata non possa che renderci fieri. Per essere stati accanto alle categorie più deboli e più marginali, per aver documentato eventi traumatici come la strage di Viareggio e, anche se in misura certamente inferiore rispetto al danno, i grandi incendi che hanno devastato il monte pisano e l'alluvione che ha colpito l'area del bacino del Serchio. Per aver portato avanti negli anni una campagna di informazione serrata contro la cementificazione di questa splendida ma vituperata città: dalla "marina stuprata", alla variante urbanistica varata per permettere l'insediamento di Ikea, fino ad arrivare al progetto Sesta Porta.
Se la fine di Pisanotizie dovesse diventare realtà la nostra città perderà sicuramente un'informazione indipendente e dalle orecchie ben aperte, libera da vincoli economici. Talmente libera da dover pagare un prezzo alto.
A me resta la consapevolezza che questo progetto, reso possibile da un grande coraggio, abbia contribuito a rendere un po' più consapevoli e attenti tutti noi. E la speranza che un seme sia stato piantato. Con questo tutto il rammarico per un ostracismo strisciante e per un capitolo che rischia di chiudersi.
Francesca Parra
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Mai disperare:si sono trovati semi ancora in grado di fruttificare che risalgono a migliaia di anni fa.
RispondiEliminaMa voglio credere che i tuoi semi,freschi e nuovi, attecchiscano e diani i loro frutti nonostante l'arido terreno sul quale sono stati sparsi.
possibile che non ci sia nessuno che abbia qualcosa da dire su u8n giornale che sta per chiudere e che è stato un punto di riferimento per molti?
RispondiEliminaL'indifferenza, quella si che uccide!!
/* silence is golden */
RispondiEliminafino ad un certo punto !
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