Cercavo di immaginare quelle infinite giornate al piano di sopra dalla tua parte, che poi la luce calava e si avvicinava il momento del nostro ritorno. Come l'aria che c'è in famiglia, noi 7 e le priorità per il vostro bene, l'attesa spasmodica per il cibo, le sere a casa tutti insieme e come solo e soltanto noi possiamo custodirne il ricordo: il dolore è una faccenda privata.
mercoledì 21 dicembre 2016
giovedì 15 dicembre 2016
mercoledì 7 dicembre 2016
lunedì 5 dicembre 2016
È colpa mia se siamo diventati indifferenti più poveri più tristi e meno intelligenti
Stanotte ho vinto. Per la prima volta da quando voto è stata una vittoria netta, schiacciante. Eppure ho faticato a prendere sonno. Continuava a tornarmi in testa il Teatro degli Orrori che ci si prospetta: le dimissioni di Renzi, le borse in subbuglio. Ma soprattutto i tanti amici che hanno votato Sì accigliati, sconfitti, arrabbiati. In certi casi persino incarogniti e irriverenti: ora goditi Salvini, goditi Grillo, goditi il crollo delle borse e prenditi “oneri e onori” di quello che verrà dopo. Ho visto amici perdere la brocca e quasi il rispetto, soffrire come se fosse morta la democrazia. Ho ricevuto messaggi sarcastici, carichi di panico. Cavolo, è davvero colpa nostra? Colpa mia?
Eccomi: ho rifiutato il cambiamento, la velocizzazione della macchina statale. Ho fatto vincere il populismo e l’antipolitica. Io. Proprio io. Socialdemocratico impenitente, sempre a sinistra in 22 anni di voti, una scheda elettorale e mezzo timbrate diligentemente. Proprio io ho fatto questo casino per una volta che mi sono rifiutato di turarmi il naso?
Ho preso sonno tardissimo e mi sono risvegliato due ore dopo, pronto a confessare il mio senso di colpa e a metterlo a disposizione di chi si sentisse nella mia stessa posizione ma fosse indisponibile a pentirsi delle proprie idee.
Ecco la mia autoanalisi. Gratis.
Dice: era ovvio che Renzi si sarebbe dimesso, dovevamo votare per difendere il governo
No. Non ho scelto io di trasformare la campagna referendaria in un plebiscito pro o contro il presidente del Consiglio. A meno di attacchi ischemici o perdite di memoria di cui non sono a conoscenza, mi pare che sia avvenuto il contrario: un premier forte decide di andare all’incasso con la Riforma. Mentre aspetta il voto si indebolisce, ma non può più tornare indietro.
Poteva essere una campagna nel merito delle cose. Qualcuno invece ha deciso che sarebbe stato un dies irae. Che la vittoria, ove non raggiungibile nel merito, dovesse essere ottenuta promettendo chiusure di cantieri aperti da 35 anni, ponti sullo Stretto, condonando disastri ambientali, rinnovando contratti, autorizzando mance e prebende nella legge di Bilancio, etc, etc, etc.
Si è scelto di affidarsi alle fritturine di pesce e ai milioni per il golf (60!) per convincerci a risparmiarne 20 sul Cnel. Questo di per sé dovrebbe essere inaccettabile per un elettore di centrosinistra. Che non lo sia è una constatazione amara.
Per quel che mi riguarda – se si accetta la mia buona fede – ho votato nel merito della riforma, me la sono soppesata per mesi, ho sperato nei quesiti disgiunti per dire Sì sul Titolo V e alla fine ho deciso che non ne valeva la pena considerando tutto l’insieme (ripetere più volte, nel caso alzare la voce, di fronte agli amici isterici per il lutto).
Dice: la legge poteva essere migliore, ma dovevi turarti il naso e votare, perché eri consapevole delle conseguenze
No. Farlo significa accettare un ricatto permanente che ogni volta sposta il limite più in là. Quando la smetteremo di turarci il naso? E poi perché mi devo turare il naso sulla Costituzione, proprio su quella? Quand’è che cominceremo a pretendere una politica all’altezza del suo ruolo invece che ingobbirci per andarle dietro? (Non sei un Turigliatto, non sei Salvini e non sei Grillo. Forse sei un po’ Civati e un po’ Fassina)
Dice: hai rifiutato la velocizzazione della macchina dello Stato, tempi certi per le leggi, una politica meno farraginosa
Sì. E l’ho fatto consapevolmente. Dove sta scritto che la politica deve essere veloce? Non è forse vero il contrario? Non è forse vero che la politica dovrebbe essere il luogo della ponderazione, proprio perché ogni scelta ha conseguenze in un lungo arco temporale? Non sarà che prima di cambiare le regole della politica si devono cambiare i politici e la loro formazione? E non parlo genericamente di “onestà”, ma di idee (vedi sotto).
Dice: ma dopo Renzi non c’è più nessuno
Può darsi. Ma questa è una responsabilità che si deve assumere Renzi stesso. Ha trasformato un partito di seconde linee, residuati del tempo che fu, in un comitato elettorale senza riserve né formazione (se escludiamo la miserrima Leopolda). Ha detto “Stai sereno” a tutti e li ha tolti tutti di mezzo nel momento della massima potenza. Ha azzerato il confronto, umiliato gli avversari, ha promesso rottamazione e poi imbarcato (leggi: Campania, Sicilia) i peggiori campioni della politica da prima Repubblica. Della serie “Non mi frega un cazzo di come vinci, basta che vinci”.
Sono stato dentro il Pd per due anni dopo la sua nascita. Era il Pd di Bersani e si faceva così: nei circoli si discuteva, si raggiungevano gli accordi. Poi arrivava il deputato da Roma e diceva “contrordine compagni”. E tutti facevano come diceva il deputato. Grugnivano, ma obbedivano. Faceva un po’ schifo e per questo me ne sono andato, ma si stava tutti insieme in una stanzetta senza riscaldamento a credere in qualcosa.
Oggi è peggio. Perché il partito è in mano a un gruppo di potere senza ossigeno, senza ricircolo d’aria, senza confronto, governato con una chat su whatsapp dai luogotenenti del capo.
Chi sgarra non ha futuro, chi non piace perde l’X-Factor, chi fa brutta figura salta un turno. E alla seconda sei fuori: manco Briatore in The Apprentice. Chi pensa troppo fa rallentare tutti e quindi è malvisto.
Dice, quasi urla: il fronte del No era una accozzaglia, hai regalato a Salvini, Grillo e Berlusconi la vittoria
Non riesco a non soffrirne. Però Salvini e Grillo ci devono arrivare, al governo. E mentre il 40 per cento di Sì ha un solo padre, il Pd, il No ha molti azionisti, nessuno dei quali in grado di camminare sulle proprie gambe.
Dice: abbiamo perso l’unica occasione per il cambiamento
Non è vero. Abbiamo perso l’occasione di cambiare male. Abbiamo l’opportunità di cambiare meglio.
Come? Per esempio potremmo evitare di scimmiottare la politica americana dei grande leader – ché poi quando vai in giro si vede che sei un provinciale con i calzoni corti – e ricordarci di essere europei, che il Pd è figlio di due tradizioni pesanti (Pci e Dc), di gente che ragionava sulla base di ideologie potenti, in nome delle quali sono state fatte grandi schifezze ma anche scelte meravigliose (e checché se ne dica ci hanno dato diritti e prosperità).
Poi potremmo ricordare che il Pd in Europa fa parte del gruppo dei socialisti e democratici: fare gli anti-Europa a corrente alternata, come accaduto in questi mesi a Renzi, salvo poi incassare il favore degli odiati Schaeuble e Juncker significa che qualcosa non va in noi. Ma soprattutto avvantaggia i populisti veri (M5s e Lega) che contro l’Europa sbraitano tutti i giorni, e finiscono – ironia – per sembrare più coerenti.
Alcune domande autoreferenziali per orientarsi:
– Siamo amici o nemici politici di questa Europa?
– Che Europa vogliamo?
– Come la vogliamo raggiungere?
E soprattutto, che Italia vogliamo?
– Che diritti del lavoro?
– Che università, che scuola?
– Che cittadini, cacchio, che cittadini vogliamo? Li vogliamo da libro di Baricco, da film di Muccino? O vogliamo che sappiano affrontare anche le frasi con più di una subordinata?
A cosa serve invocare il cambiamento per essere moderni se poi le nuove generazioni sono meno alfabetizzate (in senso classico così come in senso di informatizzazione) di quelle precedenti?
Che realtà vogliamo? Vogliamo affrontare la complessità o solo ridurla a scopo elettorale? Vincere nel modo più difficile o fottere con le fritturine di Agropoli e le comparsate da Barbara D’Urso? Inseguire sempre gli altri o costruire una strada nostra?
Per quel che mi riguarda la risposta per cambiare è il ritorno all’ideologia – sì, crocifiggetemi. O quantomeno a una idea non primitiva. Non una idea-rutto come quella della Lega (fuori dai coglioni tutti quelli che non sono me) e nemmeno un’idea poco più raffinata come quella dei 5 stelle – onestà – che a ben vedere dovrebbe essere un prerequisito di tutti e comunque gli si sta ritorcendo contro. Perché poi quando governi tu e tutti sono onesti devi pure decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa fare e cosa no.
La morte dell’ideologia in favore della modernità liquida ha creato una palude dentro cui è stato nascosto di tutto: si è ingoiata la Grecia, lo stato sociale, ha ucciso i sindacati (omicidio-suicidio) e sta ammorbando la varietà di pensiero. In nome della modernità, 15/20 anni fa, è esplosa la globalizzazione. La sinistra, un tempo schierata contro questa esplosione, ha lavorato 15 anni per snaturarsi e adeguarsi al mondo globale. Oggi osserva sbigottita mentre il localismo è diventato appannaggio della destra. E quasi quasi ci ripensa.
Ma per guadagnare terreno non bastano i mantra: modernizziamo il lavoro, modernizziamo lo Stato, modernizziamo la burocrazia. Serve dire anche cosa c’è oltre: quali sono i limiti invalicabili di dignità del lavoro, quali sono gli ambiti di sviluppo in cui investire, quale politica energetica ci può salvare dalle fonti fossili, quale Stato vogliamo: assistenzialista, paternalista, sussidiario, privatizzato?
Davvero pensiamo che sarebbe bastato un Sì per superare tutto e lavorare sereni? Che Salvini, Grillo o chi per loro sarebbero più lontani da Palazzo Chigi se Renzi domattina sedesse ancora a Palazzo Chigi, al suo fianco Verdini e Alfano?
Fabio Amato - Autoanalisi di un vincitore senza gioia
L'immagine iniziale è di Karen Knorr - http://karenknorr.com/photography/belgravia
martedì 22 novembre 2016
lunedì 14 novembre 2016
Come mi va a novembre
Rottamo la Seicentina rossa di famiglia che avevo in usufrutto in favore di una Panda 4x4 ex-carabinieri / Profondo blu / In piena tradizione nazionale scrivo a mamma ( perdonami se pubblico un privato tutto nostro ) nel bel mezzo dell'election-night americana: poi mi ricordo quando portarono via la 500 della nonna Grazia, tu piangevi / Risponde che è stato un grande dolore, c'era con noi anche la Marta, rimasta col cucchiaio sospeso in mano / Perché sono gli apparentemente insignificanti fatti collaterali che fanno dei ricordi i ricordi / Comunque l'automobile che ho con me nel cuore, e non credo di essere solo, è la grandissima Renault 12 con cui dice sono stato portato a casa e di cui ho ancora chiaro l'odore ed il sapore del rituale viaggio estivo sui sedili posteriori in finta pelle / L'autogrill del Cantagallo e il caldo polveroso che fa in Val d'Orcia / Antonio Castiello mi ha fatto scoprire Marco Iacampo, che sta in sottofondo - gratitudine / Ho un nuovo fotografo preferito: un italiano che si chiama Michele Cera, di Bari / Grande delicatezza, grande occhio, grande bellezza e naturalmente, ma solo per caso, pellicola / Siamo anche coetanei / Ah, dopodomani faccio 40
http://michelecera.com/
mercoledì 9 novembre 2016
Friends:
I am sorry to be the bearer of bad news, but I gave it to you straight last summer when I told you that Donald Trump would be the Republican nominee for president. And now I have even more awful, depressing news for you: Donald J. Trump is going to win in November. This wretched, ignorant, dangerous part-time clown and full time sociopath is going to be our next president. President Trump. Go ahead and say the words, ‘cause you’ll be saying them for the next four years: “PRESIDENT TRUMP.”
Never in my life have I wanted to be proven wrong more than I do right now.
I can see what you’re doing right now. You’re shaking your head wildly – “No, Mike, this won’t happen!” Unfortunately, you are living in a bubble that comes with an adjoining echo chamber where you and your friends are convinced the American people are not going to elect an idiot for president. You alternate between being appalled at him and laughing at him because of his latest crazy comment or his embarrassingly narcissistic stance on everything because everything is about him. And then you listen to Hillary and you behold our very first female president, someone the world respects, someone who is whip-smart and cares about kids, who will continue the Obama legacy because that is what the American people clearly want! Yes! Four more years of this!
You need to exit that bubble right now. You need to stop living in denial and face the truth which you know deep down is very, very real. Trying to soothe yourself with the facts – “77% of the electorate are women, people of color, young adults under 35 and Trump cant win a majority of any of them!” – or logic – “people aren’t going to vote for a buffoon or against their own best interests!” – is your brain’s way of trying to protect you from trauma. Like when you hear a loud noise on the street and you think, “oh, a tire just blew out,” or, “wow, who’s playing with firecrackers?” because you don’t want to think you just heard someone being shot with a gun. It’s the same reason why all the initial news and eyewitness reports on 9/11 said “a small plane accidentally flew into the World Trade Center.” We want to – we need to – hope for the best because, frankly, life is already a shit show and it’s hard enough struggling to get by from paycheck to paycheck. We can’t handle much more bad news. So our mental state goes to default when something scary is actually, truly happening. The first people plowed down by the truck in Nice spent their final moments on earth waving at the driver whom they thought had simply lost control of his truck, trying to tell him that he jumped the curb: “Watch out!,” they shouted. “There are people on the sidewalk!”
Well, folks, this isn’t an accident. It is happening. And if you believe Hillary Clinton is going to beat Trump with facts and smarts and logic, then you obviously missed the past year of 56 primaries and caucuses where 16 Republican candidates tried that and every kitchen sink they could throw at Trump and nothing could stop his juggernaut. As of today, as things stand now, I believe this is going to happen – and in order to deal with it, I need you first to acknowledge it, and then maybe, just maybe, we can find a way out of the mess we’re in.
Don’t get me wrong. I have great hope for the country I live in. Things are better. The left has won the cultural wars. Gays and lesbians can get married. A majority of Americans now take the liberal position on just about every polling question posed to them: Equal pay for women – check. Abortion should be legal – check. Stronger environmental laws – check. More gun control – check. Legalize marijuana – check. A huge shift has taken place – just ask the socialist who won 22 states this year. And there is no doubt in my mind that if people could vote from their couch at home on their X-box or PlayStation, Hillary would win in a landslide.
But that is not how it works in America. People have to leave the house and get in line to vote. And if they live in poor, Black or Hispanic neighborhoods, they not only have a longer line to wait in, everything is being done to literally stop them from casting a ballot. So in most elections it’s hard to get even 50% to turn out to vote. And therein lies the problem for November – who is going to have the most motivated, most inspired voters show up to vote? You know the answer to this question. Who’s the candidate with the most rabid supporters? Whose crazed fans are going to be up at 5 AM on Election Day, kicking ass all day long, all the way until the last polling place has closed, making sure every Tom, Dick and Harry (and Bob and Joe and Billy Bob and Billy Joe and Billy Bob Joe) has cast his ballot? That’s right. That’s the high level of danger we’re in. And don’t fool yourself — no amount of compelling Hillary TV ads, or outfacting him in the debates or Libertarians siphoning votes away from Trump is going to stop his mojo.
Here are the 5 reasons Trump is going to win:
1 } Midwest Math, or Welcome to Our Rust Belt Brexit.
I believe Trump is going to focus much of his attention on the four blue states in the rustbelt of the upper Great Lakes – Michigan, Ohio, Pennsylvania and Wisconsin. Four traditionally Democratic states – but each of them have elected a Republican governor since 2010 (only Pennsylvania has now finally elected a Democrat). In the Michigan primary in March, more Michiganders came out to vote for the Republicans (1.32 million) that the Democrats (1.19 million). Trump is ahead of Hillary in the latest polls in Pennsylvania and tied with her in Ohio. Tied? How can the race be this close after everything Trump has said and done? Well maybe it’s because he’s said (correctly) that the Clintons’ support of NAFTA helped to destroy the industrial states of the Upper Midwest. Trump is going to hammer Clinton on this and her support of TPP and other trade policies that have royally screwed the people of these four states. When Trump stood in the shadow of a Ford Motor factory during the Michigan primary, he threatened the corporation that if they did indeed go ahead with their planned closure of that factory and move it to Mexico, he would slap a 35% tariff on any Mexican-built cars shipped back to the United States. It was sweet, sweet music to the ears of the working class of Michigan, and when he tossed in his threat to Apple that he would force them to stop making their iPhones in China and build them here in America, well, hearts swooned and Trump walked away with a big victory that should have gone to the governor next-door, John Kasich.
From Green Bay to Pittsburgh, this, my friends, is the middle of England – broken, depressed, struggling, the smokestacks strewn across the countryside with the carcass of what we use to call the Middle Class. Angry, embittered working (and nonworking) people who were lied to by the trickle-down of Reagan and abandoned by Democrats who still try to talk a good line but are really just looking forward to rub one out with a lobbyist from Goldman Sachs who’ll write them nice big check before leaving the room. What happened in the UK with Brexit is going to happen here. Elmer Gantry shows up looking like Boris Johnson and just says whatever shit he can make up to convince the masses that this is their chance! To stick to ALL of them, all who wrecked their American Dream! And now The Outsider, Donald Trump, has arrived to clean house! You don’t have to agree with him! You don’t even have to like him! He is your personal Molotov cocktail to throw right into the center of the bastards who did this to you! SEND A MESSAGE! TRUMP IS YOUR MESSENGER!
And this is where the math comes in. In 2012, Mitt Romney lost by 64 electoral votes. Add up the electoral votes cast by Michigan, Ohio, Pennsylvania and Wisconsin. It’s 64. All Trump needs to do to win is to carry, as he’s expected to do, the swath of traditional red states from Idaho to Georgia (states that’ll never vote for Hillary Clinton), and then he just needs these four rust belt states. He doesn’t need Florida. He doesn’t need Colorado or Virginia. Just Michigan, Ohio, Pennsylvania and Wisconsin. And that will put him over the top. This is how it will happen in November.
2 } The Last Stand of the Angry White Man.
Our male-dominated, 240-year run of the USA is coming to an end. A woman is about to take over! How did this happen?! On our watch! There were warning signs, but we ignored them. Nixon, the gender traitor, imposing Title IX on us, the rule that said girls in school should get an equal chance at playing sports. Then they let them fly commercial jets. Before we knew it, Beyoncé stormed on the field at this year’s Super Bowl (our game!) with an army of Black Women, fists raised, declaring that our domination was hereby terminated! Oh, the humanity!
That’s a small peek into the mind of the Endangered White Male. There is a sense that the power has slipped out of their hands, that their way of doing things is no longer how things are done. This monster, the “Feminazi, ”the thing that as Trump says, “bleeds through her eyes or wherever she bleeds,” has conquered us — and now, after having had to endure eight years of a black man telling us what to do, we’re supposed to just sit back and take eight years of a woman bossing us around? After that it’ll be eight years of the gays in the White House! Then the transgenders! You can see where this is going. By then animals will have been granted human rights and a fuckin’ hamster is going to be running the country. This has to stop!
3 } The Hillary Problem.
Can we speak honestly, just among ourselves? And before we do, let me state, I actually like Hillary – a lot – and I think she has been given a bad rap she doesn’t deserve. But her vote for the Iraq War made me promise her that I would never vote for her again. To date, I haven’t broken that promise. For the sake of preventing a proto-fascist from becoming our commander-in-chief, I’m breaking that promise. I sadly believe Clinton will find a way to get us in some kind of military action. She’s a hawk, to the right of Obama. But Trump’s psycho finger will be on The Button, and that is that. Done and done.
Let’s face it: Our biggest problem here isn’t Trump – it’s Hillary. She is hugely unpopular — nearly 70% of all voters think she is untrustworthy and dishonest. She represents the old way of politics, not really believing in anything other than what can get you elected. That’s why she fights against gays getting married one moment, and the next she’s officiating a gay marriage. Young women are among her biggest detractors, which has to hurt considering it’s the sacrifices and the battles that Hillary and other women of her generation endured so that this younger generation would never have to be told by the Barbara Bushes of the world that they should just shut up and go bake some cookies. But the kids don’t like her, and not a day goes by that a millennial doesn’t tell me they aren’t voting for her. No Democrat, and certainly no independent, is waking up on November 8th excited to run out and vote for Hillary the way they did the day Obama became president or when Bernie was on the primary ballot. The enthusiasm just isn’t there. And because this election is going to come down to just one thing — who drags the most people out of the house and gets them to the polls — Trump right now is in the catbird seat.
4 } The Depressed Sanders Vote.
Stop fretting about Bernie’s supporters not voting for Clinton – we’re voting for Clinton! The polls already show that more Sanders voters will vote for Hillary this year than the number of Hillary primary voters in ’08 who then voted for Obama. This is not the problem. The fire alarm that should be going off is that while the average Bernie backer will drag him/herself to the polls that day to somewhat reluctantly vote for Hillary, it will be what’s called a “depressed vote” – meaning the voter doesn’t bring five people to vote with her. He doesn’t volunteer 10 hours in the month leading up to the election. She never talks in an excited voice when asked why she’s voting for Hillary. A depressed voter. Because, when you’re young, you have zero tolerance for phonies and BS. Returning to the Clinton/Bush era for them is like suddenly having to pay for music, or using MySpace or carrying around one of those big-ass portable phones. They’re not going to vote for Trump; some will vote third party, but many will just stay home. Hillary Clinton is going to have to do something to give them a reason to support her — and picking a moderate, bland-o, middle of the road old white guy as her running mate is not the kind of edgy move that tells millenials that their vote is important to Hillary. Having two women on the ticket – that was an exciting idea. But then Hillary got scared and has decided to play it safe. This is just one example of how she is killing the youth vote.
5 } The Jesse Ventura Effect.
Finally, do not discount the electorate’s ability to be mischievous or underestimate how any millions fancy themselves as closet anarchists once they draw the curtain and are all alone in the voting booth. It’s one of the few places left in society where there are no security cameras, no listening devices, no spouses, no kids, no boss, no cops, there’s not even a friggin’ time limit. You can take as long as you need in there and no one can make you do anything. You can push the button and vote a straight party line, or you can write in Mickey Mouse and Donald Duck. There are no rules. And because of that, and the anger that so many have toward a broken political system, millions are going to vote for Trump not because they agree with him, not because they like his bigotry or ego, but just because they can. Just because it will upset the apple cart and make mommy and daddy mad. And in the same way like when you’re standing on the edge of Niagara Falls and your mind wonders for a moment what would that feel like to go over that thing, a lot of people are going to love being in the position of puppetmaster and plunking down for Trump just to see what that might look like. Remember back in the ‘90s when the people of Minnesota elected a professional wrestler as their governor? They didn’t do this because they’re stupid or thought that Jesse Ventura was some sort of statesman or political intellectual. They did so just because they could. Minnesota is one of the smartest states in the country. It is also filled with people who have a dark sense of humor — and voting for Ventura was their version of a good practical joke on a sick political system. This is going to happen again with Trump.
Coming back to the hotel after appearing on Bill Maher’s Republican Convention special this week on HBO, a man stopped me. “Mike,” he said, “we have to vote for Trump. We HAVE to shake things up.” That was it. That was enough for him. To “shake things up.” President Trump would indeed do just that, and a good chunk of the electorate would like to sit in the bleachers and watch that reality show.
(Next week I will post my thoughts on Trump’s Achilles Heel and how I think he can be beat.)
Yours,
Michael Moore
{ L'illustrazione è di Oliver Munday }
venerdì 28 ottobre 2016
No grazie, continuo a piedi. Lo sai perché sono qua? Perché non mi ci manda nessuno.
Portrait de Enzo Cei sous la pluie | Konica Hexar AF & Tri-X 400
mercoledì 26 ottobre 2016
Dei migliori Minor Threat, ovvero il 7" Salad Days, dai che guardavo in casa l'altro giorno e dai che mi rendevo conto di non sapere proprio più dove si trovi. Eppure ce l'avevo li mortacci sua - anche se onestamente a volerlo metter su, ad esempio in un pomeriggio di regresso alla tarda-adolescenza in piena polemica con la programmazione musicale di radio3, non saprei manco dove farlo girare - tra l'altro è anche uno dei dischi con la più bella impaginazione grafica di tutti i tempi.
martedì 18 ottobre 2016
lunedì 17 ottobre 2016
lunedì 10 ottobre 2016
lunedì 26 settembre 2016
giovedì 22 settembre 2016
lunedì 12 settembre 2016
mercoledì 7 settembre 2016
Meno male c'era la rubrica Il Giornalista del Giorno per l'elenco dei nemici del popolo, non avrei saputo altrimenti a chi rivolgermi per ottenere un po' di chiarezza { più che trasparenza } su quello che succede in questi giorni nella nuova Roma governata dai cittadini a cinque stelle. Fate ridere i polli.
QUI l'ottimo Christian Raimo per Internazionale e QUI il riassuntone di Jacopo Iacoboni sulla Stampa.
Attenzione moralizzatori, la gente che sa fare bene il proprio lavoro esiste e di solito non alza neanche troppo la voce.
In foto: Gli Occhi su Roma - da Basilico a Ghirri, Roma 2015.
sabato 3 settembre 2016
mercoledì 31 agosto 2016
Pensare che m'ero già quasi speso i 3000 euri del premio in una nuova automobile usata.
Logo vincitore { Francesco Giani } → qua
martedì 23 agosto 2016
venerdì 19 agosto 2016
Unknow child looking at me, last night of the Schiaffoni Sagra - Campo, Pisa.
The Lens: Summicron Killer, not Summicron Copy
Rampant internet rumors aside, the lens in the Hexar AF is not a summicron copy. It’s obscene that you can buy a hexar af for $300-500 because the lens is worth far more than that. It rivals the three dimensionality and smooth bokeh of the most notorious leica 35’s. It’s a sharp as any lens has a right to be. It’s fast enough to allow shooting in absurdly low light levels with fast film. With the active AF system, you can shoot the hexar af in light levels that would make manual focussing darn near impossible and would throw most passive af slrs into a hunting tizzy. The lens does vignette slightly wide open. I’ve come to like this in a lot of lenses. It gives a very subtle in camera edge burn that works well for portraits. And it’s gone by 2.8, so if you don’t want the vignetting stop down.
http://1point4photography.com/blog/hexar-af-review/
mercoledì 10 agosto 2016
venerdì 5 agosto 2016
giovedì 21 luglio 2016
lunedì 18 luglio 2016
INCIPIT
Delle estati a Milano posso a tutt'oggi sentire l'odore dell'asfalto caldo salire dai marciapiedi neri. Ma l'Agosto del 1989 - un mese centrale per il racconto a posteri della mia città - ero proprio sul finire dell'adolescenza ed in esilio in val d'Orcia.
La mia storia contemporanea tuttavia inizia, in mia assenza, la mattina del 16 di quel mese.
giovedì 14 luglio 2016
venerdì 8 luglio 2016
lunedì 4 luglio 2016
martedì 21 giugno 2016
giovedì 16 giugno 2016
Come il Latte per il Rosmarino un Coming Soon dal Secondo Piano sulla Sinistra direttamente verso la parete a nord della nostra cucina.