ho tenuto Pola perchè faceva tutto sbagliato,
continuo a preferirla perchè non fa niente di ciò che
ci si aspetterebbe da un cane, perchè è totalmente inoffesiva,
perchè sembra completamente autistica,
per via delle macchie arancioni, perchè ha un buon odore,
perchè ogni tanto mi chiamano per andare a riprenderla,
perchè a modo suo vuole vivere una vita tranquilla
..amo Pola e lei, a modo suo, ricambia
mercoledì 28 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
la fine di un'epoca
Tutto era di Mazzarò. Tutte le terre. Sembrava che fosse di Mazzarò anche il sole che tramontava, le cicale che ronzavano e gli uccelli che si rannicchiavano dietro le zolle di terra. Sembrava che Mazzarò si estendesse per tutte le sue terre e che tutti gli camminassero sulla pancia. Quindi avrebbe dovuto essere un personaggio imponente, ma il lettighiere lo descriveva come un omiciattolo da quattro soldi.
Aveva accumulato quella roba soltanto con le proprie mani, col lavoro e con il calcolo continuo e instancabile. Tutti quelli che prima lo avevano sempre preso a pedate ora lo chiamavano "eccellenza" con il berretto in mano. Tuttavia Mazzarò non era per niente superbo, visto che tutte le autorità del suo paese gli erano debitori.
Mangiava pochissimo, pur di risparmiare. Si "contentava" di un pezzo di pane e formaggio, che consumava in fretta e furia, in un cantuccio del granaio. Non beveva vino, non fumava, non giocava né aveva il vizio delle donne. L'unica che aveva avuto era stata sua madre, che tra l'altro gli era costata 12 tarì per seppellirla,
il giorno della sua morte.
Non aveva figli né nipoti, nessuno da sfamare. Era solo lui e la sua roba, nient'altro. Non mandava mai a dire che avrebbe sorvegliato le sue terre, come faceva il vecchio barone, ex proprietario. Arrivava all'improvviso e dormiva nascosto fra i covoni,
con lo schioppo fra le mani.
Il denaro entrava e usciva dalla sua casa come un fiume. Non aveva in tasca mai più di 12 tarì. Spendeva tutto quel che ricavava nell'acquisto di altre terre. Non amava accumulare denaro, diceva che quello non era roba.
La terra, le mandrie, i buoi, il grano, quelle erano roba.
E quando venne per lui il momento di lasciare la terra, andava urlando alla sue cose di "venirsene" con lui.
Aveva accumulato quella roba soltanto con le proprie mani, col lavoro e con il calcolo continuo e instancabile. Tutti quelli che prima lo avevano sempre preso a pedate ora lo chiamavano "eccellenza" con il berretto in mano. Tuttavia Mazzarò non era per niente superbo, visto che tutte le autorità del suo paese gli erano debitori.
Mangiava pochissimo, pur di risparmiare. Si "contentava" di un pezzo di pane e formaggio, che consumava in fretta e furia, in un cantuccio del granaio. Non beveva vino, non fumava, non giocava né aveva il vizio delle donne. L'unica che aveva avuto era stata sua madre, che tra l'altro gli era costata 12 tarì per seppellirla,
il giorno della sua morte.
Non aveva figli né nipoti, nessuno da sfamare. Era solo lui e la sua roba, nient'altro. Non mandava mai a dire che avrebbe sorvegliato le sue terre, come faceva il vecchio barone, ex proprietario. Arrivava all'improvviso e dormiva nascosto fra i covoni,
con lo schioppo fra le mani.
Il denaro entrava e usciva dalla sua casa come un fiume. Non aveva in tasca mai più di 12 tarì. Spendeva tutto quel che ricavava nell'acquisto di altre terre. Non amava accumulare denaro, diceva che quello non era roba.
La terra, le mandrie, i buoi, il grano, quelle erano roba.
E quando venne per lui il momento di lasciare la terra, andava urlando alla sue cose di "venirsene" con lui.
lunedì 26 aprile 2010
giovedì 22 aprile 2010
dissidenza
mercoledì 21 aprile 2010
lo zen e la sottile arte di iniettarsi il cortisone
a trovare una parola diversa da fastidio,
per questo cazzo di flagello che mi porto appresso direi puntuale
prognosi 60 giorni di acqua densa nel cervello, nel naso,
nelle orecchie diagnosi allergopatologia respiratoria focalizzata sulla fioritura delle piante graminacee ( e parietarie ) terapia ho il sospetto sia molto peggio della malattia stessa
per questo cazzo di flagello che mi porto appresso direi puntuale
prognosi 60 giorni di acqua densa nel cervello, nel naso,
nelle orecchie diagnosi allergopatologia respiratoria focalizzata sulla fioritura delle piante graminacee ( e parietarie ) terapia ho il sospetto sia molto peggio della malattia stessa
lunedì 19 aprile 2010
giovedì 15 aprile 2010
mercoledì 14 aprile 2010
martedì 13 aprile 2010
nord sud ovest est
mercoledì 7 aprile 2010
domenica 4 aprile 2010
venerdì 2 aprile 2010
giovedì 1 aprile 2010
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