[..] La memoria storica non era più viva. La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l'esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani, alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. [..]
[..] Per gli storici della mia generazione e della mia educazione il passato è indistruttibile, non solo perchè noi apparteniamo a un'epoca nella quale le strade e le piazze venivano intestate a personaggi e ad avvenimenti pubblici (la stazione Wilson nella Praga dell'anteguerra, il metrò Stalingrad a Parigi), nella quale i trattati di pace venivano ancora firmati e perciò dovevano essere identificati (trattato di Versailles) e i monumenti ai caduti rievocavano il nostro passato recente, ma anche perchè gli avvenimenti storici sono parte della trama delle nostre vite. Essi non sono semplicemente segni che ci consentono di ricordare meglio la nostra esistenza privata, ma sono ciò che ha plasmato le nostre vite, pubbliche e private. Per l'autore di questo libro il 30 gennaio 1933 non è solo la data, altrimenti insignificante, in cui Hitler è diventato cancelliere del Reichstag, ma è un pomeriggio di inverno a Berlino, all'età di quindici anni, mentre con la sorella più piccola tornavo a casa ad Halensee dalla scuola che si trovava a Wilmersdorf, e da qualche parte lungo la strada vidi il titolo di un giornale.
Riesco ancora a leggerlo, quasi fosse un sogno. [..]
Insomma, un grandissimo fin dalle prime pagine. E ce n'è eh.
Eric John Ernest Hobsbawm /
Alessandria d'Egitto, 9 giugno 1917 – Londra, 1 ottobre 2012
giovedì 9 gennaio 2014
Nuovo astro che sorge
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