sabato 16 ottobre 2010
rosso piccolo
sul ponte del tevere / c'è un uomo senza gambe che / chiede la carità quand'uno gliela dà / lui sputa sempre eppure sa / che è quella schifo / sa moneta a tene / rlo ancora in vita / se gli chiedete perchè lo fa / cosi lui vi risponderà / non mi importa di vivere o morire / ma potervi maledire / ogni giorno che passa questo si che così mi va / questo si che / mi / va
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--- ecce homen! ---
RispondiEliminace ne era un altro, a Pisa, ormai diversi anni fa... tipo negli '80, lo si chiamava "Ringo", il suo vero non non lo conosco... mio nonno lo conosceva, una volte mi disse che in guerra gli era scoppiata una granata accanto e che dopo avere lottato con la morte era tornato ai vivi con questa frase:
"Oh italiani di merda…"
Lo trovavi sul ponte (quello “di mezzo”), arrancante, una mano attaccata alla balaustra mentre
con l’altra teneva una giacca totalmente sgualcita, roboante per aria quanto le sue parole, sputate ai passanti con voce alcolica…
immancabile per tutti lo stesso refrain finale:
”Oh ITALIANI DI MERDA!!”
“Ringo”…
quando beveva si puntellava in un posto del passeggio cittadino e… semplicemente apriva bocca criticando chiunque gli transumasse accanto… Era come uno “specchio”… e ce n’era per tutti: giovani, vecchi, donne, uomini…
ma il “meglio” lo dava a quelli dall’aspetto ordinato e… ordinario, a coloro che un altro non
avrebbe mai notato, a quelli che sgusciano via anonimi…
tra le pieghe della vita.
Erano gli unici per i quali lasciava il suo appiglio
(la balaustra, la palina del tram, il palo di un semaforo…)
e si spingeva in un breve inseguimento (barcollo sproloquiante).
Una lotta impari… in tre passi lo sperdevano e allora
(forte e chiaro) gli scandiva il suo inesorabile:
”Oh ITALIANI DI MERDA!!”
Non si è mai rivolto al singolo, ma
sempre al plurale…
Dicono che “era di fuori" perché aveva una scheggia nel cervello
(un souvenir di guerra, beccato al fronte… in Africa).
Che fosse un diamante?
italians do it better
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